ATELIER APERTI/WORK IN PROGRESS
Fonte: Arte Communications
ATELIER APERTI/WORK IN PROGRESS
10 Artisti al Fondaco Marcello
Venezia, 9 > 20 dicembre 2005
L’Accademia di Belle Arti di Venezia presenta una selezione di 10 artisti al Fondaco Marcello, nuova sede espositiva per l’arte contemporanea inaugurata nel giugno 2005: un luogo di alta visibilità per rivelare la qualità delle ricerche artistiche in corso a un pubblico di eccezionale rilievo. La rassegna si apre infatti in concomitanza con “Modernità molteplici e Salon globale: dove i mondi dell’arte si incontrano”, il Simposio internazionale organizzato dalla Biennale di Venezia che vedrà riuniti per quattro giorni a Palazzo Franchetti, fra il 9 e il 12 dicembre 2005 critici d’arte, curatori, responsabili di musei ed esperti di economia dell’arte provenienti da ogni parte del mondo.
“10 artisti al Fondaco Marcello”, mostra ideata e curata da Gloria Vallese e Paolo De Grandis, è organizzata in collaborazione con la Biennale di Venezia. Rappresenta la continuazione di Atelier Aperti e Controluce, eventi collaterali nell’ambito della 51.Esposizione Internazionale d'Arte che nel corso dell’estate 2005 hanno rivelato a un pubblico stimato di quattromila visitatori l’Accademia di Belle Arti di Venezia come officina attiva ad ampio spettro nella produzione dell’arte contemporanea, dalle tecniche tradizionali alle nuove tecnologie. I dieci artisti del Fondaco Marcello provengono tutti da Atelier Aperti, e sono stati scelti fra coloro che, pur essendo intorno o al di sotto dei trent’anni, sono nella fase di un promettente avvio di carriera, con in attivo un curriculum già rilevante di mostre e premi. Ciascuno, sia pure con una necessariamente limitata scelta di opere, presenta una produzione originale ma in piena consonanza con il quadro attuale delle ricerche artistiche internazionali, sia che si tratti di pittura, scultura, fotografia, allestimento, o di nuove tecnologie digitali. Come a dire che Venezia, e più in generale l’Italia, non devono rivolgersi all’estero, come fin troppo spesso fanno, per trovare personalità artistiche nuove e di alta qualità: forse le hanno già in casa, ma le trascurano, o non lo sanno…
Da questo punto di vista, la concomitanza di questa mostra con il Simposio internazionale organizzato dalla Biennale di Venezia non è casuale: anzi, dopo il promettente avvio di collaborazione rappresentato dalle attività nell’ambito della 51.Esposizione Internazionale d'Arte, è un importante segnale di disponibilità a continuare il dialogo attuando quelle attività locali e permanenti di cui da tempo si parla, e che dovrebbero tornare a fare di Venezia un centro propulsore attivo, e non soltanto una sede espositiva, per l’arte presente. Per la promozione della nuova iniziativa, l’Accademia si è avvalsa del supporto di Arte Communications, la società veneziana di cultura presieduta da Paolo De Grandis e di Contemporanea, agenzia veronese di pubblicità e promozione eventi diretta da Massimo Anselmi.
Il Fondaco Marcello è un nuovo, affascinante spazio per l’arte contemporanea a Venezia: si tratta di un magazzino cinque-secentesco sul Canal Grande, suggestiva struttura in laterizio con colonne in pietra che sostengono monumentali capriate in legno, esempio di architettura funzionale di 400 mq circa che ricorda per tipologia l’interno delle Corderie dell’Arsenale. Restaurato e adattato a ospitare eventi di arte contemporanea, è stato inaugurato nel giugno 2005 in occasione della 51.Esposizione Internazionale d'Arte con la partecipazione collaterale di Hong Kong a cura di Paolo De Grandis.
GLI ARTISTI:
Martin Emilian Balint presenta AlfredHitchcock's Fetish, installazione spettacolare e barocca coi suoi duemila uccellini di carta ad origami, già esposta al Museo di Constanta (Romania) nel 2001, e due serie dì fotografie recenti, che testimoniano ironici, paradossali esperimenti di body art.
Primož Bizjac, fotografo di paesaggi urbani, presenta il trittico di Sarajevo, struggente sequenza di immagini notturne della città segnata dalla guerra, e una delle sue singolari immagini di una Venezia in eterno disfacimento-rifacimento, ripresa di notte dai cantieri di pulizia dei canali;
Alessio Bogani dipinge ad olio e acrilico figure in paesaggi di grande formato, nudi vulnerabili su sfondi dimessi, vagamente evocanti campi di detenzione o luoghi di confine;
Vania Comoretti sta legando il suo nome a livello internazionale a sequenze di ritratti che possono sembrare foto segnaletiche e sono invece eseguiti, con stupefacente maestria, a pastello e acquerello;
Resi Girardello interpreta la scultura con sottile ironia: filo di ferro, di rame, lamine metalliche compongono animali improbabili, o sono pazientemente tessuti per comporre abiti da non indossare;
Jaša Mrevlje traduce in pittura di grande formato vignette di libri per l'infanzia, quel mondo colorato e festoso da favola e da luna park misteriosamente incline a trasformarsi in incubo;
Elisa Rossi ha legato il suo esordio in pittura ad immagini di adolescenti all'interno della casa, colte nella tranquillità apparente di attimi leggeri: vestirsi, lavarsi, parlare al telefono;
Barbara Taboni usa il calco per dar corpo a una singolare installazione, basata sul piede umano;
Cristina Treppo esplora da tempo nelle fotografie e installazioni che compongono la serie Naturale/Artificiale, il labile, ambiguo confine tra organico e inorganico;
Dania Zanotto crea monumentali abiti-scultura di diversi metri di ampiezza, i cui materiali vanno dalla garza alle piume alla maglia di ferro.