ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA – ANGELO MASSARO
Angelo Massaro preleva i materiali naturali; lo ha già dimostrato con la spettacolare installazione tenutasi nei pressi della Basilica di Santo Stefano a Bologna, in occasione di Arte Fiera 2009, in cui adottò come sostanza primaria il mosto d'uva, dislocando una sorta di meteorite che prepotentemente solcava in orizzontale lo spazio verticale del luogo.
Per questo evento propone, con sottile crudeltà, un cingolato interamente costruito con l'elemento nutritivo di base, comune a tutti i popoli e a tutta la storia geografica dell'umanità: il pane. Ben sappiamo che negli anni recenti, i cereali e le sostanze nutritive di base sono state quotate in borsa tramite le holding internazionali; da qui la speculazione, nonché il plusvalore e infine la sopravvivenza dell'intero pianeta; che nel suo effetto pratico coincide con l'avvento ognun per sé, tutti contro tutti.
Alimenti più economia, più guerra economica; non è una semplicistica cronaca storica, bensì uno sguardo raziocinante verso il presente. La scultura non è pertanto pacifica, in essa c'è una turbolenza di piani sconnessi, poiché la scultura non è una contemplazione. Questa scultura morde il piano d'appoggio nella sua impossibilità di movimento. Con acuta strategia l'opera accomuna una duplice valenza, quella della incursione violenta e quella di difesa di un caposaldo in stato di assedio. In conclusione Angelo Massaro mediante l'utilizzo di materie materiali pone un ulteriore slittamento nel confronto delle precedenti neoavanguardie. Nel suo caso il prelievo della natura non è mai inerte, non vuol essere altro che la costruzione mimetica di oggetti o di accadimenti nel segno metaforico di una contemporaneità sociale.
Testo a cura di Giovanni Mundula