ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA – FRANCESCO COSSU

L'opera di Francesco Cossu comincia con la raccolta, perlopiù, di materiale ligneo di scarto. Ne segue il suo approssimativo stoccaggio, poi il suo assemblaggio. Il costruito viene messo in relazione con lo spazio e solo in seguito rapportato con il suo abitante, con l'osservatore. è il materiale a determinare l'organizzazione costruttiva dell'oggetto quindi la sua forma. Ogni pezzo è scelto per una specifica funzione, portante, di collegamento, per rivelare e definire una forma, aprire lo spazio oppure chiuderlo. Il colore dell'opera è quello chiaro del legno compensato, o quello più scuro di listelli e di travetti in legno massiccio, con una gamma limitata di variazioni. Tracce di pittura appaiono raramente e rivelano il passato del materiale, che rivendica la propria identità, eterogeneità, autonomia. è presente anche il ferro, seppur in piccole quantità, in forma di viti, chiodi, spiaggette, angolari, rivetti: sono il legante, parzialmente reversibile, che permette a Cossu un accumulo di soluzioni, ma anche di correzioni e adattamenti quotidiani. La costruzione appare chiusa e difensiva, ma lo sguardo attento di chi si insinua e la percorre verso l'interno ne svela il processo costitutivo. Ci si accorge, quindi, che queste architetture di legno si lasciano compenetrare e analizzare, offrendo una ridefinizione dell'ambiente in cui sorgono e dello spazio a loro interno ed esterno. Francesco insegue il filo conduttore della stabilità che rende la struttura in apparenza solida, ma in realtà precaria e fragile: al contatto fisico con il fruitore l'apparente monumentalità scompare, rimane presenza e ingombro. Le Architetture sono quindi abitate da rari oggetti trovati o costruiti, per lo più appoggiati, figure primitive che emergono dalla mente di Cossu, che ci sorprendono, che ci accompagnano. 

Testo a cura di Davide Rivalta