ARGENTINA - NORA INIESTA
L’opera di Nora Iniesta sfugge a qualsiasi definizione. La diversità delle tecniche che l’artista domina le consente di sfruttare elementi della quotidianità creando, attraverso il loro abbinamento, un nuovo significato degli oggetti di cui si serve.
Un ombrello ci suggerisce sempre il bisogno di protezione. A Venezia ricorda la sua spiaggia, il suo Lido, la sua calura. Per gli appassionati di cinema evoca Luchino Visconti e il suo indimenticabile Morte a Venezia, con Silvana Mangano che elegantemente domina l’ombrello e il noto festival che ogni anno riunisce il meglio del cinema internazionale.
Quanto all’uso dei nastri che ripropongono i colori dell’emblema nazionale del nostro paese, conferiscono uno speciale valore simbolico e trasformano l’oggetto in un segno di unione tra le culture delle due nazioni.
La cultura argentina si nutre degli elementi originali e di quelli apportati dalle immigrazioni da diversi luoghi del mondo. L’Italia è stata uno dei luoghi più importanti in termini numerici e di influenza. L’Argentina era multiculturale quando il mondo non lo era ancora e le tracce lasciate dall’Italia nelle sue espressioni sono chiare e tangibili.
Questo ombrello costituito da nastri che riproducono i colori dell’Argentina ci parla dell’unione tra le due culture e della protezione che ci offre nel dialogo continuo che esiste tra i due paesi. Nondimeno, come l’intera opera di Nora Iniesta, la riaffermazione delle immagini e degli oggetti con cui si nutre sfida lo spettatore a contemplare con il suo sguardo il senso esplicito della sua composizione. L’artista recupera inoltre l’idea di arte come gioco ingenuo e per questo propone una partecipazione attiva, in maniera che l’incontro con un elemento di uso quotidiano, espressamente tratto dalla realtà, possa assumere il senso da lei proposto e completato dagli spettatori. Autentica rappresentante dell’arte contemporanea, l’artista sfrutta la sua libertà creativa utilizzando varie tecniche e la desacralizzazionedegli oggetti impiegati.
Come afferma Jacques Derrida, Nora Iniesta è sempre alla ricerca di un’identità mai attribuita o scontata perché scorre sempre nel processo infinito, l’indefinibile spettro dell’identità.
Testo a cura di Josè Miguel Onaindia