Li Hui si concentra sul rapporto tra comportamenti umani e mondo esterno. Legami solidi e spezzati, armonia e conflitti… sono tutti elementi contrapposti contenuti nelle sue opere, che contribuiscono ad amplificarne l’intrinseca potenza. Mezzi e materiali applicati vanno dalla jeep bicefala al modello scultoreo tridimensionale della macchina animale, dalla scultura animale in acciaio inossidabile alla gabbia laser, ma tutti sono un ampliamento della concezione della scultura, oppure una sua rappresentazione generalizzata. Tentando di raggiungere i limiti dell’estetica, l’autore ha creato stili visivi contraddittori, anomali, oltre l’esperienza, chiaro richiamo ai problemi reali di dualità emersi nell’effettivo corso dello sviluppo sociale. Il progresso di una città può essere determinato dall’ambiente; tuttavia, l’ambiente, in una certa misura, può essere modificato dall’uomo. Dal punto di vista di Li Hui, sebbene a caro prezzo, dobbiamo ancora progredire. È la natura a doversi adattare alla civiltà moderna, oppure la società cinese in rapida evoluzione a doversi trasformare assecondando le esigenze della natura? Occorre tornare allo spirito agreste del passato? È possibile contemperare tutti questi elementi? Li Hui ha proposto molti interrogativi realistici attraverso i conflitti visivi e concettuali che si riflettono nelle sue opere, cercando di trasmettere ad altri il peculiare dilemma che affligge la Cina. Risposte però non ve ne sono. I conflitti tra sviluppo, ambiente e salvaguardia delle risorse energetiche si manifestano da tempo nel paese. Oggi l’artista assume un atteggiamento più pratico accettando le regole dello sviluppo e abbandonando la fantasia irrealistica dell’utopia e il falso compiacimento per una risposta apparentemente ragionevole. Il futuro si gioca sul miglioramento cercando anche una soluzione ai problemi irrisolti. Dalle sue solidali preoccupazioni, e dal suo risveglio, emerge prepotentemente una consapevolezza umanistica nobile e illuminata.
Testo a cura di Gu Zhenqing