l’’opuscolo la descrive come una macchina da corsa a sospensione magnetica priva di ruote, un prodotto miracoloso nato dal connubio tra biotecnologia e ingegneria. Un’’altra vettura chiamata “Subaro - Imprezo”, simile all’’incrocio tra una razza e uno squalo, figura nell’’opuscolo corredata da una costellazione di accessori meccanici e un motore. Questi sono i veicoli immaginari di domani, il prossimo passo nell’’evoluzione delle macchine che un giorno acquisiranno la capacità biologica di trasformarsi in creature ancora più stupefacenti. La tendenza biomorfica delle innovazioni tecnologiche è fortemente radicata nella storia della civiltà. Le macchine che hanno sostituito gli animali domestici in diverse mansioni ne hanno assunto anche le caratteristiche specifiche di prestanza fisica che più colpiscono l’’immaginazione umana. A partire dall’’avvento dell’’era industriale con il controllo di nuove fonti di energia, la tecnologia è cresciuta a ritmo accelerato e senza mai voltarsi indietro. Adesso conosciamo soltanto il potere e l’’efficacia potenzialmente infiniti dei manufatti industriali; abbiamo dimenticato i limiti imposti dalla natura sulle capacità degli organismi viventi. Abbiamo dimenticato anche la funzione primaria di queste capacità, sviluppate innanzi tutto per soddisfare bisogni biologici ben precisi. Nella nuova generazione urbana che conosce in prima persona solo gli animali domestici, lo stupore per le abilità speciali del regno animale continua ad essere alimentato e sorretto dai documentari naturalistici alla televisione e dai cartoni animati Digimon. Per questa generazione, le vetture fantastiche di Zhao non sono realizzazioni impossibili, anzi paiono dei prodotti perfettamente legittimi in attesa del loro turno alla catena di montaggio. Anche le soluzioni tecnologiche più improbabili non riescono talvolta a scoraggiare il possibilismo dei giovani di oggi. Zhao scruta l’’orizzonte per individuare il prossimo grado evolutivo delle macchine, ma il suo stile di pensiero lo induce anche a voltarsi indietro. Nel 2005 ha dato il via a una serie di opere intitolate “Excavated Future” (Reperti dal futuro) . In questa serie Zhao presenta frammenti fossili pseudo-ossei ricoperti da cumuli di sabbia. I fossili che emergono hanno la forma di parti di un’’autovettura o di un computer. Con questa serie l’’artista ci proietta in avanti, in un’’epoca in cui gli umani possono osservare il nostro presente preistorico, recuperando i reperti fossilizzati delle nostre macchine come se si trattasse di dinosauri moderni. Questa prospettiva evolutiva delle macchine viventi non pretende necessariamente di porsi come modello rappresentativo per l’’evoluzione del mondo animale. La premessa evolutiva della “legge del più forte” sottintende che nel mondo naturale sopravvivono soltanto gli organismi più forti. Eppure tale premessa non può essere accolta in maniera aprioristica. Forse la visione tradizionale e ottimistica sull’’evoluzione delle specie è nata dall’’osservazione dell’’evoluzione delle macchine, che diventano obsolete in seguito a variazioni nella tecnologia e nelle esigenze umane. Forse la nostra lettura del mondo biologico è stata influenzata inopportunamente dalla nozione di progresso scientifico. In questo caso, le macchine viventi di Zhao assurgono a simbolo beffardo della nostra epoca e a caricatura perfetta del nostro immaginario collettivo.
Testo a cura di Chang Tsong-zung