Intervento del Presidente della Biennale di Venezia
Roma, 3 maggio 2010
Facoltà di Architettura “Valle Giulia”
Caro Preside,
La ringraziamo per l’ospitalità e per la Sua partecipazione. Siamo onorati per la consuetudine di presentare la Biennale Architettura nell’Aula Magna di questa Università.
Cari Amici,nella scorsa edizione della Mostra, nella vasta rassegna stampa che come sempre la accompagna, a fianco delle analisi sul suo contenuto spiccavano due giudizi.Su Le Monde: “La 11. Biennale d’Architettura di Venezia, la più importante manifestazione del settore” (Grégoire Allix, 16 settembre 2008).
Sul Financial Times: “La Biennale di Venezia, il più importante festival d’architettura del mondo” (Edwin Heathcote, 16 settembre 2008).
Questi giudizi sollecitano il nostro impegno a riflettere e ad avanzare rinnovandoci.
Prima riflessione: che cos’è oggi (e cosa sarà in futuro) la Mostra Internazionale di Architettura?
È un problema che può non avere risposte univoche, ma che chiede comunque una scelta.
Nelle mostre d’arte si presentano le opere compiute degli artisti, qui no! Le opere stanno altrove e la loro conoscenza piena non può che effettuarsi nel luogo dove sono state realizzate.
Allora? La Mostra è un luogo di informazione e documentazione indiretta? Non avrebbe molto senso in un mondo nel quale gli strumenti di documentazione indiretta e visiva si stanno moltiplicando a velocità altissima.
Una Mostra d’altro lato non è un saggio critico, non è una rivista né una lezione ex cathedra, non è un concorrente di altri strumenti dell’editoria.
Essa poi parla un linguaggio proprio, specifico ed unico, quello che fa perno sulle emozioni visive offerte al visitatore da ciò che è rappresentato.
Fa perno su immagini che parlano alla fantasia del visitatore, capaci di evocare più che documentare le idee creative, i concetti, i pensieri, i temi propri dell’ideare opere di architettura e interventi sul territorio.
Direbbero i filosofi che la Mostra è uno strumento dell’educazione estetica, utile per arricchire lo spirito sollecitando attraverso emozioni ad “andare oltre”, predisponendo il visitatore ad una dilatazione dello spirito stesso e delle prospettive del suo pensare ed agire, inducendo in lui una più coraggiosa considerazione delle potenzialità di cui disponiamo per dare migliore forma allo spazio nel quale viviamo.
E questo vale sia per il visitatore addetto ai lavori sia per il visitatore che non lo è, ma che deve anch’esso essere stimolato alla immaginazione di ciò che è possibile.
Vale soprattutto per i visitatori giovani che rappresentano per la Biennale sempre una percentuale del 40% del totale.
Questa funzione ci pare importante nei tempi presenti e nel nostro paese in particolare, dove da tempo sembra operare una sorta di frattura, una sorta di dualismo: un continuo progresso nella capacità di esprimere e soddisfare una qualificata domanda verso gli oggetti di consumo, dal cibo, all’abbigliamento, all’arredamento da un lato e dall’altro una più impacciata e flebile capacità di esprimere qualificate esigenze ed obbiettivi circa la qualità dello spazio e del territorio nel quale viviamo. Dove ad un avanzamento del consumatore sembra accompagnarsi un arretramento del committente privato e pubblico, in forte contrasto con la storia del nostro passato.
Le forme che diamo agli spazi nei quali operiamo e la cura del territorio e dei luoghi nei quali viviamo sono invece l’espressione durevole di una civiltà, perché con esse l’individuo può conseguire una più alta e duratura ricchezza e può aspirare ad un più qualificato e civile vivere insieme, come individui più liberi. Liberi anche dalle evitabili miserie che noi stessi avanzando generiamo e produciamo intorno a noi con la nostra colpevole disattenzione e incuria individuale e collettiva.
Pensiamo al titolo di questa Biennale People meet in architecture che vuol dire anche we become people in architecture.
Se dunque dobbiamo dare stimoli alla riflessione creativa, e alla percezione di ciò che è possibile, momenti di riflessione organizzata possono integrare molto bene la Mostra.
Abbiamo pertanto pensato di richiamare i nostri direttori delle Biennali del passato e offerto a ciascuno di loro la possibilità di tenere un seminario o un workshop da lui concepito e condotto su un tema a sua scelta, che si svolgerà ogni sabato per una durata di alcune ore, all’interno della Mostra.
Abbiamo ottenuto risposte entusiastiche ed è stato perciò possibile mettere a punto il programma dei Sabati dell’Architettura che è qui allegato. Nell’ordine i direttori delle precedenti Biennali di architettura sono stati Gregotti, Portoghesi, Dal Co, Hollein, Fuksas, Sudjic, Forster, Burdett, Betsky. Da ciascuno di loro ci aspettiamo contributi di grande interesse. (Ad Aldo Rossi, che curò le Biennali del 1985 e 1986, abbiamo dedicato una piccola mostra a Ca’ Giustinian con immagini e documenti sul suo Teatro del Mondo).
Abbiamo poi pensato di rivolgerci direttamente alle Università - e non solo alle facoltà di architettura - sollecitandole a considerare la Biennale di Architettura una appendice, un luogo di integrazione delle loro attività didattiche e di ricerca. Con il programma Universities meet in Architecture la Biennale offre a gruppi di docenti e studenti di singole Facoltà che intendono realizzare una visita programmata e integrata della Mostra, un biglietto che consente l’ingresso per tre giorni consecutivi, la possibilità di presenziare ai Sabati dell’Architettura, pasti (frugali) a prezzi ridotti, assistenza nel trovare alloggio a buon mercato, la disponibilità di uno spazio attrezzato per tenere seminari durante o al termine della visita, insieme a varie assistenze logistiche e di comunicazione, se richieste.
Abbiamo contattato finora 30 Università italiane e 80 Facoltà di architettura, ingegneria, sociologia, design e comunicazione, ottenendo ad oggi risposte favorevoli da 15 Facoltà, tra le quali 9 sono già pronte a firmare la convenzione. Tra queste sono oggi qui presenti per siglare l’accordo il preside della facoltà architettura di Valle Giulia prof. Livio De Santoli, il preside della facoltà di architettura di Ascoli Piceno prof. Umberto Cao, il preside della facoltà di architettura di Pescara prof. Alberto Clementi, il preside della facoltà architettura di Aversa prof. Carmine Gambardella. Hanno firmato, ma non sono oggi presenti, il Rettore dell’Università IUAV di Venezia prof. Amerigo Restucci, la preside della facoltà architettura di Reggio Calabria prof.ssa Francesca Fatta ed il preside della facoltà di architettura di Genova prof. Stefano Francesco Musso. Hanno aderito al progetto il Rettore del Politecnico di Milano prof. Giulio Ballio, il Rettore dell’Università di Roma Tre prof. Guido Fabiani ed il preside della facoltà di architettura di Roma Tre prof. Francesco Cellini. Li ringraziamo per la straordinaria positiva risposta.
Abbiamo inoltre inviato la stessa proposta a più di 300 Università e Scuole di formazione di diversi paesi europei, americani, asiatici e africani, ricevendo ad oggi 25 risposte di interesse; le prime adesioni sono in via di formalizzazione.
Nasce così una nuova Biennale che vede affiancati i padiglioni stranieri come partecipanti e le università di vari paesi come fruitrici. Una nuova alleanza nel nome dell’architettura e delle varie discipline collegate e un ulteriore impulso alla Biennale di Architettura come luogo di pellegrinaggio internazionale per docenti e studenti.
Abbiamo ulteriormente potenziate le Attività Educational per il pubblico più giovane o per gruppi che ne facciano richiesta in grado di offrire visite arricchite da momenti di riflessione.
I paesi partecipanti sono 56 e la mostra di Sejima si articola in 43 opere. Il numero degli architetti coinvolti direttamente e indirettamente è molto elevato.
Se dunque è l’architettura il tema della Biennale, perché Kazuyo Sejima come curatrice? Le riflessioni che sono alla base del suo lavoro partono da domande semplici, ma che sono all’origine dell’architettura. Sostiene Sejima che progettare vuol dire in primo luogo identificare gli usi e le attività e porsi poi il problema delle relazioni tra loro. La domanda è se le separazioni fra gli uni e le altre vadano accentuate e rimarcate, o piuttosto attutite attraverso la trasparenza visiva e funzionale. Troviamo qui quel concetto di architettura come strumento per realizzare ad un più qualificato livello le relazioni tra gli individui, le attività e lo spazio. Con la forza della semplicità ci porta a considerare l’architettura come capace di generare una res publica, nella quale l’individuo e gli individui si riconoscano e si arricchiscano in spazi pensati e vivificati dalla immaginazione e dalla creatività. È una concezione che sollecita anche fortemente la qualità della committenza. Sejima sarà insignita il 17 maggio del premio Pritzker, confesso il nostro compiacimento nell’averlo anticipato.
12. Mostra Internazionale di Architettura
Sarà aperta al pubblico da domenica 29 agosto a domenica 21 novembre 2010, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale, la 12. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo People meet in architecture, diretta da Kazuyo Sejima e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 26, 27 e 28 agosto 2010.
Dopo una serie di Biennali affidate a eminenti critici o storici, questo Settore è nuovamente affidato a un architetto, Kazuyo Sejima. Prima donna a dirigere la Biennale Architettura, Sejima è stata recentemente insignita del prestigioso Pritzker Architecture Prize 2010 (insieme a Ryue Nishizawa).
La mostra People meet in architecture sarà allestita al Palazzo delle Esposizioni della Biennale (Giardini) e all’Arsenale formando un unico percorso espositivo, con 43 partecipanti tra studi, architetti, ingegneri e artisti da tutto il mondo. La Mostra sarà affiancata, come di consueto, negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, da 56 Partecipazioni nazionali. Ailati. Riflessi dal futuro è il tema del Padiglione Italia all’Arsenale, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il PaBAAC - Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, e curato da Luca Molinari. Le nazioni presenti per la prima volta saranno Albania, Bahrain, Iran, Malesia, Marocco e Ruanda. Numerosi Eventi collaterali saranno proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città in concomitanza con la Biennale.
“La 12. Mostra è una riflessione sull’architettura - ha dichiarato Sejima - Il primo decennio del ventunesimo secolo si sta chiudendo in un susseguirsi di cambiamenti radicali. In questo contesto in rapida evoluzione, l’architettura può farsi portavoce di nuovi valori e moderni stili di vita? Questa mostra è l’occasione per sperimentare le molteplici possibilità dell’architettura e per dar conto della sua pluralità di approcci. Ogni suo orientamento è in funzione di un modo di vivere diverso”.
“Ciascun partecipante è stato invitato a gestire in modo autonomo il proprio spazio espositivo - ha sottolineato inoltre Sejima - e a offrire un’interpretazione personale del tema della 12. Mostra People meet in Architecture. Ognuno di loro esprime le proprie posizioni realizzando inediti scenari di interazione tra ambiente e società. Ogni partecipante diventa curatore di se stesso e la mostra si arricchisce di una molteplicità di sguardi, piuttosto che rispondere a un orientamento univoco”.
Due i progetti di punta previsti dalla Biennale per la 12. Mostra: "I Sabati dell’Architettura" e "Destinazione Biennale di Venezia. Universities meet in architecture".
I Sabati dell’Architettura è il titolo di un’iniziativa della Biennale che consiste in una serie di conversazioni e momenti di discussione settimanali con architetti, critici e personalità del mondo dell’architettura nazionale e internazionale attraverso l’intero periodo di apertura della Mostra. Trentacinque anni dopo la prima mostra di architettura della Biennale di Venezia - intitolata A proposito del Mulino Stucky e organizzata da Vittorio Gregotti ai Magazzini del Sale alle Zattere – il ciclo dei “Sabati dell’Architettura” intende ripercorrere la storia delle mostre che si sono succedute negli anni seguenti, invitando ad un incontro con il pubblico i direttori di quelle edizioni. Ogni sabato avrà luogo un Incontro curato, oltre che dal direttore Kazuyo Sejima, da ciascun precedente direttore: Vittorio Gregotti (1975, 1976, 1978), Paolo Portoghesi (1980, 1982, 1992), Francesco Dal Co (1988, 1991), Hans Hollein (1996), Massimiliano Fuksas (2000), Deyan Sudjic (2002), Kurt W. Forster (2004), Richard Burdett (2006), Aaron Betsky (2008).
Con "Destinazione Biennale di Venezia. Universities meet in architecture" la Biennale si rivolge a Università e Istituti di formazione di tutto il mondo, offrendo una proposta di visita alla Mostra da loro programmata e organizzata, che possa rappresentare una significativa esperienza didattica e formativa. Il progetto prevede la possibilità di attivare specifici protocolli di intesa con le Università, per l’accredito di contingenti di minimo 50 studenti accompagnati da docenti, e per trasformare l’esperienza di visita in crediti formativi. Le Facoltà che aderiscono al programma hanno il compito di organizzare il progetto di visita che potrà avere durata fino a tre giorni, e potrà contenere una sessione seminariale di due ore organizzata autonomamente dalla stessa Facoltà, in uno spazio messo a disposizione gratuitamente dalla Biennale. I partecipanti al programma potranno anche assistere, ove la visita avvenga nel fine settimana, ad uno dei “Sabati dell’Architettura”.
Sono state finora contattate 30 Università italiane e 80 Facoltà di architettura, ingegneria, sociologia, design e comunicazione, ottenendo - ad oggi 3 maggio - risposte favorevoli da 15 Facoltà, tra le quali 9 sono già pronte a firmare la convenzione. È stata inoltre inviata la stessa proposta a più di 300 Università ed Scuole di formazione di diversi paesi europei, americani, asiatici e africani, ricevendo fino ad ora 25 risposte di interesse e le prime adesioni sono in via di formalizzazione.
“Nasce così una nuova Biennale - spiega Paolo Baratta - che vede affiancati i padiglioni stranieri come partecipanti e le università di vari paesi come fruitrici. Una nuova alleanza nel nome dell’architettura e delle varie discipline collegate e un ulteriore impulso alla Biennale di Architettura come luogo di pellegrinaggio internazionale per docenti e studenti”.
Anche per il 2010 è prevista l’attività Educational che si rivolge a gruppi di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, professionisti, aziende, esperti, appassionati e famiglie. Le iniziative, condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale di Venezia, mirano ad un coinvolgimento attivo dei partecipanti e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio.
In concomitanza con l'apertura della 12. Mostra, la Biennale annuncia importanti miglioramenti strutturali: a fine agosto 2010 verrà completato il restauro di Ca' Giustinian (sede della Biennale) con l'importante recupero della Sala delle Colonne (550 mq). Risalente agli anni ’30, la sala è un luogo unico per le sue caratteristiche spaziali ed architettoniche, che sarà destinata a spazio flessibile per conferenze, meeting, workshop, mostre, in particolare per le attività di spettacolo dal vivo. Sempre a fine agosto, al Palazzo delle Esposizioni ai Giardini sarà ultimata la realizzazione del secondo e ultimo lotto della Biblioteca dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC). Qui troverà collocazione la restante parte dei volumi riguardanti Architettura, Cinema, Danza, Musica, Teatro, oltre alla raccolta dei periodici.
La cerimonia di inaugurazione e di premiazione della 12. Mostra avrà luogo sabato 28 agosto ai Giardini, con la consegna dei premi ufficiali assegnati dalla giuria internazionale. La Giuria internazionale assegnerà i seguenti premi: Leone d’Oro per la migliore Partecipazione nazionale della 12. Mostra, Leone d’Oro per il miglior architetto/artista della Mostra People meet in architecture, Leone d’Argento per il più promettente giovane architetto della Mostra People meet in architecture.
In occasione della 12. Mostra, saranno banditi tre concorsi online attraverso il sito relazionale www.labiennalechannel.org, ovvero:
- People meet in architecture – Fotografia: la miglior foto della Mostra (concorso aperto esclusivamente ai fotografi accreditati)- People meet in architecture – Saggio: il miglior testo critico sulla Mostra- People meet in architecture – Videoclip: il miglior video sul tema della Mostra
Per la direzione della 12. Mostra, Kazuyo Sejima si avvale della consulenza artistica di Yuko Hasegawa e Ryue Nishizawa. Un ulteriore supporto deriva da Sam Chermayeff, Jack Hogan e Ikeda Satoshi.
Il catalogo della 12. Mostra è edito da Marsilio.
Destinazione Biennale di Venezia
Universities meet in architecture
In occasione della 12. Mostra Internazionale di Architettura People meet in architecture (29 agosto-21 novembre 2010), diretta da Kazuyo Sejima, la Biennale di Venezia si rivolge a Università e Istituti di formazione offrendo una proposta per una visita alla Mostra da loro programmata e organizzata, che possa rappresentare una significativa esperienza didattica e formativa.
Il progetto della Biennale prevede la possibilità di attivare specifici protocolli di intesa con le Università per l’accredito di contingenti di studenti (min. 50) accompagnati da docenti e per trasformare l’esperienza di visita alla Mostra in crediti formativi. Le Facoltà che decidono di aderire al programma avranno il compito di organizzare il progetto di visita della Mostra che potrà avere durata fino a tre giorni e potrà contenere una sessione seminariale (due ore) organizzata autonomamente dalla stessa Facoltà in uno spazio messo a disposizione gratuitamente dalla Biennale con relative facilities tecniche (sono esclusi i giorni del vernissage).
I partecipanti al programma potranno anche assistere, ove la visita avvenga nel week end, ad uno dei “Sabati dell’Architettura” (incontri settimanali organizzati dalla Biennale e tenuti da Direttori delle precedenti Mostre Internazionali).Se necessario, per meglio definire l’intesa potrà essere organizzata nelle prossime settimane una visita della Biennale alle Facoltà per contatti con il Rettore e il Preside, i presidenti dei C.d.L., il responsabile del Comitato Studentesco, l’Ufficio Stampa, al fine di presentare la Mostra e il programma. In sintesi:
- accredito di € 20,00 a studente che dà diritto ai partecipanti al programma all’ingresso alle sedi di Mostra valido per tre giorni consecutivi, a un pocket lunch a tariffa agevolata presso i punti ristoro di Mostra, nonché, ove richiesto, all’assistenza all’organizzazione del viaggio e soggiorno con operatori prequalificati dalla Biennale;
- disponibilità a titolo gratuito di uno spazio per le sessioni seminariali.
È previsto un piano di promozione e comunicazione dedicato, che comprende una pagina web nel sito della Biennale dedicata al progetto “Destinazione Biennale di Venezia” con link ai siti delle Università ed Istituti partecipanti e l’affissione di manifesti promozionali nelle sedi.
Introduzione di Kazuyo Sejima
La 12. Mostra è una riflessione sull’architettura. Il primo decennio del ventunesimo secolo si sta chiudendo in un susseguirsi di cambiamenti radicali. In questo contesto in rapida evoluzione, l’architettura può farsi portavoce di nuovi valori e moderni stili di vita? Questa mostra è l’occasione per sperimentare le molteplici possibilità dell’architettura e per dar conto della sua pluralità di approcci. Ogni suo orientamento è in funzione di un modo di vivere diverso.
La sensazione diffusa è quella di vivere in una società post-ideologica. Siamo più che mai parte della Rete. La comunicazione mediata condiziona le relazioni interpersonali. La nostra cultura, così come la nostra economia, da tempo sono diventate globali. Tutto ciò ha cambiato non solo le condizioni materiali del nostro presente, ma anche il modo in cui lo concepiamo. In questo contesto, siamo convinti che l’architettura abbia un ruolo importante: ha il potere di aprire nuovi orizzonti. Le sue visioni sono il risultato di una pluralità di voci e punti di vista; esprimono in pieno quella nuova idea di libertà che caratterizza il vivere contemporaneo.
Questa mostra avrà raggiunto il suo scopo, se riuscirà ad immaginare le direzioni verso le quali si sta muovendo la nostra società e i sogni che il futuro renderà possibili.
Ciascun partecipante è stato invitato a gestire in modo autonomo il proprio spazio espositivo e ad offrire un’interpretazione personale del tema della 12. Mostra People meet in architecture. Ognuno di loro esprime le proprie posizioni realizzando inediti scenari di interazione tra ambiente e società. Ogni partecipante diventa curatore di se stesso e la mostra si arricchisce di una molteplicità di sguardi, piuttosto che rispondere ad un orientamento univoco.
Architetti, artisti, ingegneri sono stati invitati alla Biennale Architettura 2010 per indagare, con i propri strumenti, la complessità delle relazioni tra le persone. Queste dinamiche, infatti, sono radicate nel tempo e nello spazio in cui avvengono. Alcuni lavori si caratterizzano per l’originalità e la forte personalità delle soluzioni proposte, altri per la marcata connotazione tecnologica e sperimentale. Ad esempio Matthias Schuler di Transsolar, in collaborazione con Tetsuo Kondo, realizza una nuvola di dimensioni reali. L’installazione dai contorni indefinibili stimola una nuova lettura dell’ambiente da parte del visitatore, innescando un rapporto di reciproca trasformazione tra spazio e individuo. Lo studio francese R&Sie(n), invece, presenta un’installazione luminosa che, riproducendo i cicli vitali, modifica la percezione degli spazi. Abbiamo chiesto inoltre agli architetti di studiare il loro lavoro attraverso una selezione significativa di opere cinematografiche. Saranno proiettati alcuni film che, grazie al potere delle immagini, analizzano come gli individui si servono dello spazio per creare il proprio ambiente. Nella 12. Mostra l’Architettura genera una comprensione nuova del mondo.
Lo scopo è di contribuire ad un incontro reciproco tra individui e architettura e di aiutare le persone a relazionarsi tra loro.
Il Palazzo delle Esposizioni e l’Arsenale formeranno un unico percorso espositivo che sfrutterà prevalentemente l’uso della luce naturale. Lo spettatore potrà muoversi autonomamente all’interno dei vari ambienti creando il proprio itinerario. In questo modo avrà la possibilità di sperimentare l’architettura nelle sue varie declinazioni e sarà libero di disegnare una personale “mappa di incontri”.
Tratto da: www.labiennale.org, 3 maggio 2010