Nam June Paik
Corea, USA • Korea, USA
Ho fatto questa intervista a Nam June Paik a Milano nel 1988, mentre stavamo realizzando una performance per la trasmissione televisiva Publimania, lui come regista ed io come performer. Essa dimostra la continuità del suo pensiero e del suo stile, e della sua devozione al buddhismo ed alla video arte, per cui fu spesso definito “Il Padre della Video Arte”. Nell’opera Hello Elephant compaiono alcuni fra i simboli a lui più cari: il Buddha che guarda il video e l’elefante che nel buddhismo è un simbolo della calma maestà di colui che è sul sentiero dell’Illuminazione.
Mio caro Buddha sono felice di incontrarti in Italia. Cosa ti ha portato qui?
Stiamo organizzando la più grande trasmissione televisiva su scala mondiale, che collegherà dodici paesi in una rete di comunicazione orizzontale. La televisione è da sempre ontologicamente strutturata a piramide in maniera dittatoriale: uno parla, gli altri ascoltano. Io ho scritto per una televisione underground dove tutti possono parlare come al telefono.
Fra i pezzi che hai fatto per Publimania ne ricordo in particolare uno con Buddha che arriva alla televisione. Da qui il connubio fra mentalità occidentale e orientale. Sì questo ha a che vedere con l’Italia. Facevo una mostra e ricordo che c’era un muro vuoto da riempire.[...] E così pensai di mettere il Buddha vicino alla telecamera. In breve il Buddha che guarda la televisione è diventato un simbolo molto popolare che si rinnova in termini anche più asiatici in Hello Elephant.
Tu credi che l’uso individuale, personalizzato di mezzi tecnologici come la televisione, la telecamera, il video stimolino la creatività individuale? Certamente.[...] Io penso che coloro che sono creativi e artistici sono anche felici.
E qual è il tuo rapporto con Fluxus?
Fluxus è un gruppo di personaggi creativi che si è riunito e ha evitato sempre ogni forma di lotta intestina. Fondamentalmente è un’associazione armoniosa.
Non è stato dunque un fenomeno esclusivo.
No, assolutamente molto aperto al contrario. [...] L’armonia ha sempre regnato come l’amicizia, fra tutti gli artisti. Fluxus è un’associazione armonica. Questo è molto importante, più importante delle opere stesse.
Daniela Palazzoli, Curatrice