:: Accademia di Belle Arti di Venezia
Cristina Treppo

Un’idea Zen di giardino simbolico, luogo dove fiori piante e rocce sono più nella mente che nella realtà, circola dalle fotografie alle sculture alle installazioni in tutta l’opera di Cristina Treppo. Con un corpus di ricerca originale e coerente attraverso le varie forme espressive, Treppo sta emergendo come una delle figure più interessanti della giovane arte italiana, come prova la sua recente inclusione tra i finalisti del Premio Internazionale Arnaldo Pomodoro per la scultura. Fotografa fiori finti che sembrano veri (fino a quando l’occhio non scopre il minuscolo dettaglio che cambia la lettura, ad esempio, uno stelo di plastica), o scenari naturali nei quali vorremmo immergerci (ma che nel corso dell’esplorazione visiva si rivelano dei piccoli set costruiti in studio, con polveri colorate e piante artificiali). Il versante scultoreo di questa produzione, forse il più personale e sorprendente, si caratterizza per l’uso del ‘peluche’: materiale soffice da orsacchiotti e da cuscini, affettivamente ambiguo, che invita a toccare e accarezzare, a entrare in una dimensione di sensualità e tenerezza, nonostante i suoi verdi rosa e giallo aciduli lo denuncino come finto, non appartenente al mondo biologico. Nella produzione recente, questi colori hanno lasciato il posto alla monocromia, e l’asciuttezza semiastratta del linguaggio a una nuova inflessione più romantica e narrativa: tutto nero per “Tonight”, 2006, viluppo di corolle e tralci che termina in un paio di guanti da sera; tutto bianco invece per questo “Segreti e bugie” espressamente realizzato per OPEN2OO6: un letto a baldacchino/interno di stanza che cela parzialmente i suoi tesori floreali dietro cortine, lasciandoli intravedere però per mezzo di uno specchio: nuovo interessante esperimento di narrazione allusiva, indiretta, riflessa. Un'opera dal valore concettuale ampio, ma che si carica di particolari valenze in connessione al luogo dove viene presentata: un letto collocato nel giardino di un hotel rimanda a tutte le suggestioni che può dare una camera d'albergo, mentre il tema floreale riprende la decorazione delle maioliche dell'Hungaria Palace Hotel.

 

Curatrice: Gloria Vallese

Testo a cura di Gloria Vallese

Ringraziamenti: Accademia di Belle Arti di Venezia