Cina
Wang Guangyi
La politica dell'impegno e l'ideologia della lotta
Forse, per come evoca Wang Guangyi, può essere vero che "tutti potenzialmente sono portatori di virus" e che "tutti gli alimenti sono potenzialmente velenosi", il pericolo è sempre in agguato dietro l'angolo. Per la maggior parte della sua vita, come per tutta la sua generazione, Wang è stato accompagnato da un monito: "il nemico dei lavoratori si annida tra noi" e non esiste esame di coscienza o vigilanza sufficiente per assicurarsi un viaggio corazzato sulla strada della vita. L'onnipresente figura di Mao Tse-tung è ormai svanita nell'orizzonte, ma la sua ombra lunga proiettata dal sole all'imbrunire si allunga sempre più con il passar del tempo. Wang Guangyi ha sempre saputo che la Cina non si sarebbe mai liberata da quell'ombra; ancorché la figura che si allontana nell'orizzonte sarà considerata come punto di orientamento per le frastornate generazioni perse nell'immenso deserto che ne è seguito. Wang come artista ha avuto la grande intuizione di capire il retaggio dell'eroismo che sottende al mondo culturale cinese e di un'ideologia che alligna sulle minacce e sul pericolo.
Un veterano del movimento della New Wave '85, Wang inizialmente si affermò, a metà degli anni '80, respingendo l'allora predominante formalismo e ricercando la diversità e la liberazione attraverso lo stile. Egli inoltre si oppose all'umanitarismo accogliente e romantico della scena artistica. Wang invocava invece un ritorno alla vigilanza della coscienza razionale; egli credeva che la catarsi dell'arte comportasse il distacco dal mondo delle forme e la trascendenza dal compiacimento emotivo. Non si fece mai illusioni sulla politica dell'arte e nemmeno sull'oppiaceo dell'indottrinamento culturale. Nel 1987 Wang dipinse un motivo a griglia sull'icona sacra di Mao Tse-tung come filtro alla sua immagine surriscaldata. Nello stesso spirito egli sottopose le opere classiche dell'arte occidentale ad un analogo processo di sezionamento. Nel 1990, in studio, gettò casualmente lo sguardo su un pacchetto di sigarette poggiato su una rivista di opere grafiche dell'epoca della Rivoluzione culturale e ne trasse ispirazione per la sua celebre serie di dipinti della Grande Critica. Affascinante ed ironico, critico ma indulgente, l'imperturbabile incanto per la cultura di massa del consumatore rappresenta forse la sua posizione più cinica rispetto alle immagini fredde e impersonali del decennio precedente. La serie della Grande Critica è diventata uno degli emblemi più vividi dell'arte del periodo post-1989. La politica del potere e la propaganda costituivano il centro della vita cinese prima degli anni '90 e dirigere l'arte verso la coesistenza intrinseca dei due elementi non solo apre una via diretta al cuore della vita culturale cinese contemporanea, ma mette altresì in discussione la validità stessa dell'arte contemporanea per la Cina. Se l'apparato di partito dell'epoca maoista negava l'esistenza dell'arte che non avesse fini politici, Wang è giunto alla conclusione che, per converso, era la propaganda, ossia l'arte che conferiva potenza alla politica. Mettendo in evidenza la collusione tra il potere e la manipolazione di massa, Wang getta nel ridicolo le vuote istanze sia dell'ideologia che dei beni di consumo di massa. Tuttavia, l'artista pare insoddisfatto di una soluzione così semplice. In seguito le sue installazioni e le sue sculture segnano uno spostamento, enfatizzando la logica e la strategia che costituiscono il potere della politica ideologica. Strategia è conflitto e minaccia. Negli anni '90 Wang realizzò una serie di installazioni il cui tema si incentrava sulla struttura del potere. Visa (1994) e Libera Scelta (1994) mettono in luce le barriere necessarie per creare l'identità ed i contorni che delimitano il privilegio. La struttura ideologica è costituita da un sistema di ipotesi che definisce i valori anelati: la bella vita, un corpo sano, la giusta ascendenza, e via dicendo. Il Processo di deterioramento degli alimenti nell'arco di 24 ore (1997) e l'Esame del sangue: tutti potenzialmente sono portatori di virus (1996) mettono in luce la mentalità dell'eletto e la paura del contagio che conferisce potere alle istituzioni. L'Origine della specie: storia della civiltà europea (1997) rappresenta un commento sulla formazione della politica ideologica contemporanea. Negli ultimi anni in opere che vanno dall'Età del materialismo (2000), Istruzione elementare (2001) e la Storia di un giornale (2002) l'artista sembra ritrovare i valori che avevano segnato i suoi anni di formazione. L'artista pare suggerire che una delle tristezze della vita contemporanea è data dallo svanire dell'aurea di idealismo; da qui il ricorso alle minacce e alla paura per legittimare il controllo politico, che, come illustrato dalla grossolana istruzione di massa nell'opera omonima, può ancora fungere da fine elevato nella società oltre alla cinica manipolazione del potere. Se il mondo assume significato sulla scia della memoria degli eroi, ora che i titani se ne sono andati, gli artisti sono tentati di seguire le loro orme e raccogliere gli stendardi lasciati sul campo, purché le masse non prendano questa chiamata troppo sul serio. Come gli ideologi, per gli artisti dell'era maoista è difficile giustificare il privilegio dell'arte ora che la politica non può essere legittimata dall'ideologia. Adesso i nemici sono ovunque, e forse proprio perché gli idealisti del materialismo alla fine hanno realizzato i propri sogni ed hanno portato a compimento il destino affidato loro dalla storia.
Testo a cura di Chang Tsong-zung