S P E A K T H AT I C A N S E E Y O U
Performance interattiva di Andrea Pagnes/Verena Stenke
Contributi video-sonori di Mauro Sambo
A cura di Saverio Simi de Burgis, con la collaborazione di Barbara Schweizer
FONDACO DELL'ARTE
San Marco 3415 (Calle dei Garzoni), 30124 Venezia
Organizzazione: Arte Communications, Venezia
Con il patrocinio della Fondazione Bevilacqua La Masa/Comune di Venezia
Azione
GIOVEDÌ 2 APRILE 2009, ORE 19.30 – 23.00
Conclusione
VENERDÌ 3 APRILE 2009, ORE 10.30 – 19.30
UN RITUALE, UN VIAGGIO. CIÒ CHE LO SPETTATORE RICEVE, HA O FA, VIENE RIDOTTO AL “GRADO MINIMO”. UN INTERVENTO CONCENTRATO, MINIMALE. UNA SOLA AZIONE, SEMPLICE, INTIMA. CARNE, VOLONTÀ. DESIDERI, SPERANZE, SOGNI.
Giorno 1
Un'installazione video disegna lo spazio, traccia frammenti di un percorso dell'essere a ritroso, nel suo stesso corpo. Gli organi sono la fonte delle emozioni e delle sensazioni che agiscono e modificano la comunicazione, l'espressione, mentre, allo stesso tempo dicono del rifiuto delle cose banali, ordinarie e convenzionali che ci circondano.
All'interno di questo stesso spazio si svolge l'azione. Il pubblico è libero di muoversi, di andare e venire. Non c'è schema fisso, né predeterminato.
Tra echi di voci che sussurrano paure e costrizioni, una donna seduta ad un tavolo lascia cadere delle piume. Agisce sugli elementi, sull'acqua. Scopre la schiena di un uomo per farne una tabula rasa, una pagina bianca alla quale consegnare un pensiero.
Nell'intimità dell'atto – attraverso un gesto che si ripete – il singolo spettatore è libero di comunicare all'altro qualcosa che appartiene solo a se stesso.
L' atto si ripete, semplice, puro, in apparenza sempre uguale a se stesso. E' quanto viene scritto, impresso che cambia di volta in volta. Ne esce una catena costruttiva di parole e immagini, un progetto di comunicazione realizzato dal pubblico, dalla gente stessa, che segue le regole di un rituale, ma che allo stesso tempo offre un'assoluta libertà d'espressione, istintuale e non invasiva, a chi vi partecipa.
Giorno 2
I due performer si riposizionano nello spazio dell'azione. Lì, sulla terra, cominciano a costruire un diagramma di sabbia che conterrà tutte le parole, i segni e le immagini prodotte dal pubblico il giorno precedente. A lavoro finito, il diagramma di sabbia sarà consegnato al vento, accompagnato dai suoni di un terzo performer. Tutto è simbolo, analogia, infine impermanenza.
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Andrea Pagnes – Verena Stenke
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