Francia
André
Personalità eclettica, irriverente jongleur, enfant prodige dei graffiti. André è il nuovo cantore francese della dissacrante Spray-art. È capace di trasformare la città poiché lascia il “graffio” per l’amore, la bellezza e la libertà di vivere in una dimensione diversa dal normale. Graffiti, Spray-art, Aerosol-art, Street-art sono alcune delle definizioni di un’espressione artistica che predilige le superfici della città, i muri, gli spazi pubblici, i vagoni della metropolitana. Arte che diventa urgenza-necessità di lasciare una traccia del proprio passaggio nella giungla d’asfalto. E questa urgenza André l’ha manifestata da subito contro ogni legge e divieto per dar forma al suo Alter Ego, “Mr. A”, che contrariamente alla norma appare fuori, non rimane chiuso nella sua dimensione, è un richiamo che va oltre l’apparenza, che ci allerta ad una maggiore attenzione all’altro, a noi stessi. Il suo tag non lo si vede solo nella babele plurietnica di Parigi ma in altre città come Tokyo per la quale è diventato ormai una celebrità. La bomboletta spray è lo strumento eletto, ma negli anni l’artista è approdato ad altri supporti come ad esempio la scultura presentata ad OPEN che permetterà a “Mr. A” di riappropriarsi di un tratto del Lungomare Marconi fino alla creazione di un vero e proprio brand da applicare su svariati oggetti. Tale marchio tuttavia non è sintomatico di una mera operazione commerciale perché non vi è sterile serialità. André infatti gioca a innescare un cortocircuito ironico tra arte e “artigianato” per la condivisione collettiva. Ed è proprio l’immagine di “Mr. A” - ironizzata, reinventata, capovolta o recuperata - a ripetersi con insistenza, rifuggendo banali localismi per aprirsi a contaminazioni culturali ed esperimenti di linguaggio. Con i suoi interventi, l’artista mette in atto l’anima anarchica dell’arte contemporanea, il suo cuore trasgressivo e per certi versi compulsivo - è solito fare cinquanta graffiti a notte. I suoi sono spericolati slalom tra le strade di Parigi in cui “Mr. A” diventa provocazione intellettuale eccentrica, tra ironia ed esprit sauvage, teatralità e vocazione ludica, per ridefinire un’attitudine diffusa dell’arte del nostro tempo.
Testo a cura di Carlotta Scarpa