OPEN2OO5
8. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni
VENEZIA LIDO
31 AGOSTO - 2 OTTOBRE 2OO5
Originale, versatile quanto innovatrice, OPEN Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni giunge quest'anno all'ottava edizione per celebrare l'impegnativo lavoro di trasmissione di culture appartenenti ad ambiti artistici eterogenei. Una vocazione, quella di OPEN che, nata da un'idea di Paolo De Grandis, ha portato a Venezia Lido i più importanti rappresentanti dell'arte contemporanea tra i quali: Yoko Ono, Marisa Merz, Emilio Vedova, Richard Long, Niki de Saint-Phalle, Bernar Venet, Mimmo Rotella, Magdalena Abakanowicz, Cesar, Arman, Beverly Pepper, Erik Dietman, Jean-Pierre Raynaud, Carl Andre, Keith Haring, Fabrizio Plessi, Julian Schnabel, Dennis Hopper, Feng Mengbo, Max Neuhaus, Chen Zhen e Ju Ming.
OPEN2OO5 è un punto d'osservazione mobile, una finestra aperta sulla contemporaneità, su quei territori che slittano e si sovrappongono generando anomali e curiosi immaginari. L'arte, esposta lungo i viali e gli spazi aperti del Lido, così cosmopolita, nata in contesti assolutamente differenti, svela la necessità di sondare liberamente i linguaggi, di attraversare trasversalmente i codici, con atti di coraggio.
La sfida diventa ancor più interessante se il lavoro degli artisti scaturisce dall'incontro di Paolo De Grandis con i tre co-curatori: Vincenzo Sanfo, Marisa Vescovo e Chang Tsong-zung.
La mostra è co-organizzata con l'Assessorato alla Produzione Culturale del Comune di Venezia ed in collaborazione con il Centro Italiano per le Arti e la Cultura - Torino. È inoltre patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Ministero degli Affari Esteri, dalla Regione Veneto, dalla Provincia di Venezia, dal Comune di Venezia e vi aderiscono i Ministeri e le Ambasciate dei paesi partecipanti all'esposizione. L'esposizione segue un percorso all'aperto lungo le vie (Lungomare Marconi, via Duodo), le piazze (S. Maria Elisabetta, Tempio Votivo, Lepanto), gli alberghi principali (The Westin Excelsior, Des Bains, Hungaria Palace, Villa Laguna, Le Boulevard) e nello spazio espositivo del Blue Moon.
Segno distintivo della rassegna è lo sguardo multiplo capace di segnalare le numerose gradazioni della produzione artistica in bilico tra scultura, installazione, performance ed environment attraverso la riscoperta dell'arte contemporanea italiana. Si spazia dagli interventi eclettici di Sandro Chia per poi passare alle coloratissime forme astratte di Nino Mustica fino alle installazioni luminose di Marco Lodola e Dario Ghibaudo. La mostra è un'operazione pionieristica che diviene materia complessa di forme e significati come negli interventi di Renzo Margonari, Riccardo Cordero, Omar Galliani, Anna Santinello, Bobo Ivancich de la Torriente, Ursula Huber, Luigi Masin e Silvana Scarpa. Proprio la fisicità, il proporsi come oggetto, costituiscono il fil rouge dei lavori, sculture dal grande impatto visivo, frutto di pratiche avvolgenti che invadono l'intero ambiente. In un presente al centro di tensioni politiche in grado di monopolizzare anche la sfera culturale, la bruciante attualità diviene una presenza costante come nell'arte di B.Zarro che con l'opera Cavallo di Troia, un vero aereo F104 da guerra, denuncia la politica di intervento internazionale.
La rapsodica esplorazione include anche gli artisti che utilizzano la scultura non come mezzo espressivo d'elezione, ma come tappa intermedia di un discorso legato alla visione artificiosa del corpo umano. Ecco allora i bronzi policromi, sottoposti a mutamenti epidermici ad effetto cloisonnè di Rabarama. Le sue figure, assorte, pensierose, rannicchiate o in tensione forniscono la chiave interpretativa del ritorno al figurativo come nei "Replicanti" bronzei dell'artista americano J. Seward Johnson. Le sue sculture sono evocazioni di una realtà sognante, da carta patinata, a metà tra i fumetti degli anni 50 e la cultura pop americana. Nella sua visionarietà si mescolano conoscenze storiche e gusto della bizzarria per divertire con l'intelligenza, tra piccole e grandi sorprese.
Risultato di una vera e propria strategia curatoriale, OPEN percorre un diaframma espressivo allargato. Ritorna allora la tradizione del marmo con gli inediti interventi artistici dei maggiori esponenti dell'arte contemporanea: Nunzio, Joan Fontcuberta, Susy Gomez ed Eliseo Mattiacci. Le lastre di marmo incise, intagliate con rigore e tradotte in inediti esperimenti visivi, si trasformano in racconti, libri che veicolano messaggi, segni che parlano attraverso la forza della materia marmorea.
Il percorso è articolato e completo, la scelta degli artisti attenta così come lo spazio dato a nuove realtà geografiche quali l'America Latina. Sebastián, d'origine messicana, è il primo della serie. Per l'occasione presenta un corpus di opere, parte di un lavoro "in progress", concepite in relazione alle caratteristiche dello spazio particolarmente ricco di suggestioni. Le sue sculture, esposte di recente nelle maggiori capitali europee, si integrano con l'ambiente per evocare attraverso la scelta dei colori e dei materiali, nuove frontiere espressive. I messicani Jose Luis Gutierrez, Diego Bodadilla, Carlos Guerrero, insieme all'argentino Nicolás Leiva pur con linguaggi e approcci diversi condividono le medesime problematiche, infatti emanano, attraverso le loro opere, una forte energia vitalistica in un confronto con la dimensione temporale e spaziale. Attraverso l'ambiente, gli oggetti diventano residui della propria cultura d'origine, portando con sé il ricordo della conoscenza e dello spirito di chi li ha creati. C'è nell'incontro di questi artisti l'eco della grande scuola moralista sudamericana, Riviera, Siqueros, Orozco, ma anche il fascino arcano di eventi e personaggi tra l'epico ed il favolistico ripescati nella memoria collettiva e descritti efficacemente da Isabel Allende o Gabriel Garcia Marquez.
Fedele ad una linea d'indagine rivolta alle culture extraoccidentali, OPEN propone le opere di Yue Minjun (CINA), Wang Guangyi (CINA) e Kyoji Nagatani (GIAPPONE). Tornano alcuni dei protagonisti della scena asiatica contemporanea, in bilico tra scelte linguistiche figurative e sviluppi plastici di matrice simbolica, segnati dall'utilizzo equilibrato dei mezzi espressivi, ben rintracciabili all'interno di una coerenza di schemi e di idee. Il loro linguaggio sfida ogni localismo per tradursi in un esperimento mediale.
L'incontro di singole esistenze in transito e di partecipazioni internazionali dà espressione ad artisti quali Jan Van Oost (BELGIO), Lia Lapithi Shukuroglou (CIPRO) e Helga Elben (GERMANIA). Zone parallele, che pur nascendo all'insegna dell'assoluta libertà espressiva, svincolata da un tema obbligatorio, si incontrano, si contaminano si ibridano senza mai confondersi.
Mobilità e permanenza diventano così due fattori complementari, seguendo l'idea di un flusso migratorio di artisti globali che trovano ad OPEN temporanee zone di sosta in cui incontrarsi e lasciare tracce del proprio lavoro.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito Arte Communications che raccoglie, oltre alle opere esposte, i testi e gli articoli degli artisti e dei curatori, delle personalità culturali e politiche coinvolte nel progetto. Il catalogo e la mappa del percorso espositivo sono disponibili presso l'INFOPOINT di fronte all'Hotel Des Bains di Venezia - Lido e presso Riva S. Biagio, Castello 2145 (Arsenale) di Venezia.
La mostra è gratuita ed è aperta tutti i giorni, raggiungibile con i vaporetti ACTV linea n. 1/51/52/61/82, fermata S. Maria Elisabetta - Lido.