Comunicato Stampa


Next-Gene 20: Ao-Di Grand Land Architecture International Project, Taipei

Inaugurazione: 11 settembre; ore 13.30
Anteprima per la stampa: 11 - 13 settembre; orario 10.00  – 19.00
Apertura al pubblico: 11 settembre - 23 novembre; orario 10.00  – 18.00
Sede: Arsenale, Campo della Tana, Castello 2126/A, Venice
Organizzazione: Arte Communications
Commissario: Paolo De Grandis
Sponsor: Genuine Group, Taiwan; Asia University, Taiwan; National Chaio Tung University, Taiwan
Curatori: Yu-Tung Liu (Asia University and NCTU) and Tai-Nien Lu (Genuine Group)
Espositori:
20 Next-Gene Houses:
Kengo Kuma, MVRDV, David Chun-Tei Tseng, Ian+, Ray Chen, Toshiko Mori, Shu-Chang Kung, Yung Ho Chang, Irving Huang, Fernando Martin Menis, Akihisa Hirata, Jay Wen-Chieh Chiu, Sheng-Yuan Huang, Kyle Chia-Kai Yang, GRAFT, JDS , Hsueh-Yi Chien, Kris Yao, Hailim Suh, Yu-Tung Liu.
10 Beyond-Houses:
Chor-Kheng Lim, Sheng-Chuan Kuo, Zi-ru Chen, Wei-Yen Shao, and six NCTU Students.


La casa oltre le mura
Aaron Betsky

L'architettura può farci sentire a casa nel mondo moderno fornendoci semplicemente tutti gli strumenti con i quali costruire un'abitazione. La casa unifamiliare è l'affermazione più pura di ciò che ci offre rifugio nel mondo, non solo proteggendoci dagli elementi, ma anche garantendoci la privacy, oltre a fungere da punto nodale di molti sistemi, soprattutto tecnologici, che ci permettono di abitare il mondo assicurandoci acqua, elettricità, scarichi, collegamento a mezzi di comunicazione, ecc. Nell'architettura abitativa, questi impianti diventano integrati e nascosti, mentre la protezione si esprime attraverso il tetto. Ma un'abitazione va ben oltre. Ci conferisce un'identità che la permane anche in nostra assenza. Contestualizza i nostri rapporti con il mondo esterno. Offre spazio per le tante attività della vita quotidiana coreografandone il rapporto con lo spazio. Diventa, infine, una versione coerente di noi nella collettività e nella realtà.
A volte tutto questo non basta, a volte è troppo. Le abitazioni sfruttano quantità esorbitanti di risorse naturali, isolandoci dal mondo circostante, lasciandoci ripiegati internamente sui nostri monitor e schermi televisivi, definendoci come abitanti solitari o membri di un nucleo familiare, e non come parte di una società, costringendo i nostri rapporti sociali e stabilendo rapporti fossilizzati spazialmente. Non ci offrono mai la quantità di spazio che sogniamo. Sostituiscono pavimenti alla terra, soffitti al cielo e vetrate all'orizzonte. Quanto più cercano di collegarci al mondo attorno a noi, tanto più le loro pareti, le loro porte e i loro tetti ci scollegano e ci isolano.
Le abitazioni del progetto Next Gene sono esperimenti che cercano di superare il normale concetto abitativo semplificandolo. Sono prototipi di una nuova tipologia derivante da un esercizio in cui si è chiesto a giovani architetti e studenti di andare persino oltre gli ambiziosi esperimenti domandandosi cosa può fare l'architettura per farci sentire a casa oltre le mura. Possiamo elaborare tecniche che:
creino un quadro attraverso il quale definire noi stessi rispetto al mondo che ci circonda?
raggruppino, rivelino e addomestichino le tecnologie che ci permettono di farlo?
definiscano lo spazio che resta aperto a tutte le interpretazioni della vita quotidiana e aperto al paesaggio che circonda la casa?
creino un rifugio che non estranei?
L'architettura può farlo senza sovvertire quell'oggetto solitario e anonimo che è l'abitazione? È possibile utilizzare il paesaggio o sistemi virtuali, idee visionarie o principi validi che si sostituiscano all'abitazione? Siamo in grado di immaginare di abitare in maniera aperta? Siamo capaci di immaginare, forse solo di concepire, un modo di essere a casa oltre le mura?