Pizzul e Ulrike

 

Piero Pizzul & Ulrike Pusch-Holbinger

Italia, Germania • Italy, Germany

Ammettiamolo a priori: il video di Piero Pizzul e di Ulrike Pusch- Holbinger vuol essere una provocazione, chiaramente enunciata già nel titolo Orthogenesis, che etimologicamente rappresenterebbe l’evoluzione progressiva o autogenesi assunta nell’ipotesi che la vita tenda ad evolversi in modo lineare, sollecitata da una forza propellente interna o esterna.

Un’attenta lettura delle immagini, che si susseguono con ritmo serrato, cadenzato dalla musica, ci trascina in un’esperienza involutiva che conduce all’annientamento. Anziché espressione di una driving force, questo compositum manifesta la patologia psicologica strisciante di una crisi economica che non lascia più spazio ai sogni né alle speranze di una gioventù in preda ad una sindrome di assenza di futuro.

L’esperienza personale è connotata dalla delusione per il fallimento del sogno europeo, esasperata dagli eventi che hanno travolto la Grecia. Brevi flash della memoria illuminano scene pregnanti: scontri di piazza con le forze dell’ordine, un’automobile adibita a spazio abitativo da chi non ha più una casa, l’agorà con sullo sfondo il Parlamento di Atene e - non per caso - una Volkswagen.

Si può eludere la realtà solo rifugiandosi nel sogno, che qui si trasforma in un incubo popolato da allucinazioni, che sembrano portare alla follia. È un tunnel senza via d’uscita.

Eppure molte voci di artisti, di intellettuali, di scrittori e di politici, di gente comune hanno esaltato il rinnovamento sperato con la costituzione di una Nuova Europa, soprattutto alla caduta del Muro di Berlino.

Altre, tra cui la poetessa minimalista Inge Elsa Laird, hanno espresso intuitivamente nei confronti delle politiche statali una certa riserva, gravida di preannunci negativi, come nella sua lirica The State in cui denuncia: “Hanno fatto un business per estirpare le erbacce, mai nel proprio giardino, ma nel linguaggio della legge e dell’ordine.

Hanno seminato l’erba e piantato alberi, ...ma l’erba non è cresciuta
non c’era vita per la terra...”.

Nevia Capello, Curatrice