ITALIA - ANDREA CIAMPINI
Se c'è un artista il cui sguardo corrisponde alle opere che escono dalle sue mani, questi è Andrea Ciampini. Lo scultore toscano ha un'aria da ragazzo pensoso che con ogni probabilità gli resterà attaccata tutta la vita, ma nel fondo degli occhi conserva qualcosa di monellesco. Benché abbia a lungo vissuto a Volterra, madre dell'alabastro, scolpisce il legno, anzi per la precisione usa il legno per dare vita a personaggi di favole senza tempo. La figura che ricorre più di frequente nella produzione dell'ultimo periodo è quella di Pinocchio. Il giocattolo più famoso del mondo torna nei lavori di Ciampini nella versione di burattino-bambino alle prese con le regole degli adulti che lui non capisce e non vuole accettare. Perciò Pinocchio incarna la libertà della natura contro le coercizioni del mondo dei grandi. Ma non va dimenticato che la creatura inventata da Collodi è duplice. Come in tutte le narrazioni a sfondo morale il ragazzo di legno incarna un lato positivo, quello della fantasia e dei buoni propositi; e uno negativo, quello della spavalderia e della menzogna. Aspetti che Ciampini ha analizzato registrandoli in una serie di opere che di volta in volta rappresentano un dato del carattere, a partire dal Pinocchio del 2005, passando alla Prima bugia del 2007, fino al Monello del 2009. In Coscienza dell'Io, presente a OPEN 12, l'artista indaga un nuovo elemento, il tema della volontà, che può diventare cocciutaggine, all'interno della assoluta libertà di cui si nutre la fanciullezza. Alle prese con la scoperta del mondo esteriore Pinocchio, quando il Grillo Parlante gli intima di studiare e dedicarsi alle cose serie, risponde, "... mi diverto di più a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi a prendere gli uccellini di nido..." (da: Le avventure di Pinocchio, Collodi, 1881). Nella scultura realizzata per OPEN 12 il burattino non ha gambe per arrampicarsi sugli alberi, i piedi sono da sbozzare perché il padre-falegname non ha ancora deciso di permettergli pieno movimento. Ma le braccia si spalancano nell'aria per afferrare qualunque cosa capiti a tiro. Questo lavoro rappresenta l'uomo allo stato embrionale, con la speranza della conquista intatta, fermo in attesa di poter iniziare a camminare con le proprie gambe. Quando questo accadrà la scelta diventerà immediata e imprescindibile, c'è una direzione da prendere e bisogna decidere cosa fare di se stessi. Ma una volta intrapreso il cammino non si potrà tornare indietro. Il gigantesco albero di ulivo nel quale Ciampini ha scolpito questo passaggio da crisalide a insetto che caratterizza in metafora qualunque essere vivente, gli era stato promesso tempo fa da un amico che aveva dovuto abbatterlo. Per mesi e mesi è rimasto ad asciugare, coricato, al limite del bosco dov'era cresciuto. Poi, come in ogni fiaba degna del nome, è rinato con addosso un'altra storia.
Testo a cura di Anna Caterina Bellati