ITALIA - B.ZARRO
Capitalismo rivisitato
Omaggio a Mario Schifano
“Beh, è come se io lavorassi su dei reperti. Il passato per me è appunto questo, reperti, però non da buttar via, recuperabili, tant'è vero che ci lavoro attorno.” (Mario Schifano 1974)
A metà degli anni '60, in Italia, prendeva corpo una corrente artistica, diretta emanazione degli sviluppi della Pop Art americana.
Fulcro di tale frangia della POP ART internazionale divenne la cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, con i vari Schifano, Festa, Angeli, Kounellis, Lo Savio, eccetera.
Schifano ne diventa la punta di diamante, la punta di sfondamento internazionale, per usare un termine calcistico. Il Puma di Piazza del Popolo, per usare un termine con cui era individuato tra gli artisti partecipanti al gruppo e che la sera erano soliti incontrarsi da Rosati nella barocca piazza romana.
Alessandro MASI , nel suo Di tutto un Pop, così scriveva: “manifestando quell'interesse per temi iconografici proposti da un sistema di comunicazione commerciale già all'epoca asfissiante... e non sottoponendosi ad uno sfruttamento commerciale indiscriminato, ne ad una ragione mercantilistica, gli artisti cessano di concepire il manufatto come merce di scambio e di tesaurizzazione capitalistica, relegandolo al concettualismo raffinato ed aristocratico”.
In un panorama socio-economico aggravato da quell'eccesso consumistico, di cui gli artisti ne videro per primi l'invadenza, e con un sistema dell'Arte mercificato alla pari di qualunque altro segmento commerciale, B.ZARRO rende omaggio al suo illustre predecessore a 45 anni dalla prima apparizione di Mario Schifano alla Biennale di Venezia.
Lo fa con la Jaguar bianca appartenuta all'artista, che lo ha accompagnato in tanti viaggi a Sabaudia ed in tanti altrove e che forse proprio per la sua passione verso questa macchina gli valse il soprannome del Puma di Piazza del Popolo, che userà come fosse una tela bianca in attesa di ricevere il suo efficace imprinting concettuale e trasformandola, in una rivisitazione capitalistica per un messaggio di salvezza, una sorta di blog metropolitano su cui scrivere un appello per un nuovo modello di società, avanguardistico e solidale.
Forse non a caso Schifano le Jaguar le sceglieva bianche, immaginando fosse questa la futura funzione, in uno dei suoi sprazzi di lucida follia.
Come qualcuno ha scritto della mia.
“Il decadente capitalismo internazionale, eppure individualistico, nelle cui mani siamo finiti, non è un successo. Non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non fornisce nessun bene.”
J.M. KEYNES (The New Statesman and The Nation. Luglio 1933)
Testo a cura di B.Zarro