Italia - Marco Veronese

Fuck the World – NATURALE Rinascimento

 

Preludio… se ripetiamo e ascoltiamo in noi questa parola ci rendiamo conto che dopo averla pronunciata, pensata o abbozzata ci fermiamo, prendiamo respiro, musicalmente parlando c’è una pausa. Non sappiamo cosa ci sarà successivamente, possiamo solo immaginarlo. Sappiamo però quello che è successo prima e bisogna partire dal passato per comprendere il futuro.

Marco Veronese si situa in mezzo, nel momento attuale che succede al passato, ma che precede l’ignoto, aspettando la mossa successiva dell’uomo che si rivelerà fondamentale. Potrebbe mettere in scacco la natura e il mondo intero, oppure ravvedersi e salvare il mondo da un fallimento globale.

Veronese si situa nel preludio delle azioni umane. Veronese sogna un secondo Rinascimento, un risveglio collettivo dell’uomo, una presa di coscienza ambientale e spirituale, un “NATURALE Rinascimento”.

L’equilibrio della Terra è estremamente precario e, purtroppo, gli avvenimenti e le catastrofi degli ultimi mesi lo dimostrano. Nell’opera Fuck the World, come nella realtà, l’asse terrestre sta subendo una variazione nella sua inclinazione... La mano umana ridotta ormai cadavere che sulla punta del dito medio, in un gesto tanto forte quanto inconfutabile, tiene in equilibrio il pianeta, simboleggia e rappresenta la mano di un individuo comune. Il singolo dito alzato in segno provocatorio, ma anche come indice di estremo equilibrio, è diventato il nuovo asse terrestre di un mondo in cui i mari sono bui, ricoperti di punti di silicone nero, quasi a sembrare una mina pronta ad esplodere... i continenti sono “anonimi”, tutti espressi con la stessa tonalità cromatica, perché ogni essere vivente, senza distinzione alcuna, sta condividendo la stessa natura.

La simbologia è parte fondamentale dell’Arte di Veronese, punto focale, di forza e di riferimento; il suo percorso è così in sintonia ed in parallelo con la realtà da rendere Fuck the World un simbolo disarmante, il simbolo dell’arroganza dell’uomo nei confronti di se stesso.

 

Testo a cura di
Serena Mormino