PADIGLIONE DELLA MONGOLIA
57. Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia
Lost in Tngri (Lost in Heaven)
Espositori: Chimeddorj Shagdarjav, Munkhbolor Ganbold, Enkhtaivan Ochirbat, Bolortuvshin Jargalsaikhan, Davaajargal Tsaschikher
Commissario: Munkh-Orgil Tsend, the Minister of Foreign Affairs
Curatore: Dalkh-Ochir Yondonjunai
Organizzatore: Mongolian Contemporary Art Support Association
Direttore del progetto: Gantuya Badamgarav
Consulente artistico: Tessa Jackson
Sostenitori: Ministry of Foreign Affairs, Ulaanbaatar City Government
Sostenitori a Venezia: PDG Arte Communications, Valorizzazioni Culturali
Sponsors: MIAT - Mongolian Airlines, Xac Bank, Erel Group, Monnis Group, Max Group, Shangri-La Ulaanbaatar LLC, Monre Insurance, Mahoney Liotta, Bats Urguu and other private entities and individualsSede: Istituto Santa Maria della Pietà, Castello 3701
Inaugurazione: 11 maggio alle ore 10.00
Apertura al pubblico: dal 13 maggio al 26 novembre, chiuso il lunedì (eccetto il 15 maggio, 14 agosto, 4 settembre, 30 ottobre e 20 novembre2017)
Orario: 10.00 – 18.00
Dopo la sua prima apparizione nel 2015, la Mongolia partecipa per la seconda volta alla Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Su incaricato del Ministero degli Affari Esteri, il Padiglione Nazionale della Mongolia presenta Lost in Tngri (Lost in Heaven), con la partecipazione di 5 artisti che esplorano le urgenze della società contemporanea Mongola.
Il paese è a un bivio tra la sua identità come nazione nomade con un importante storia di Sciamanismo e Buddismo e la nuova realtà economica della globalizzazione dove l’utilizzo delle risorse naturali minaccia la sua esistenza. La tradizione della pastorizia attraversa vasti e splendidi terreni con un’esistenza collegata alla natura e alla stirpe dove il mondo spirituale è visto da molti come il paradiso. L’opportunità economica creata dopo il collasso del sistema socialista nel 1990, ha aperto le porte ad un nuovo paradiso per molti abitanti della Mongolia. Le miniere, le costruzioni, il cashmere ed altre attività commerciali sono esplose per creare benessere attraverso lo sfruttamento dei terreni degli antenati. Ma il paese sta scomparendo tra queste due biosfere?
Attraverso film, installazioni, sculture e suono, gli artisti provenienti da generazioni differenti si interrogano sul futuro della Mongolia. La mostra tratta la natura umana ed i suoi effetti sulla società e l’ambiente. Per quanto il contesto sia unicamente Mongolo, gli esiti sono globali e universali.
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