Romania
Martin Emilian Balint

Il lavoro di Martin Emilian Balint, scultore, fotografo e video-artista, va da una dimensione barocca di fantastico e meraviglioso, come nella cascata di uccellini di carta a origami di Alfred Hitchock’s Fetish (2003-2005), o nei cinquecento stivaletti di paraffina di Marching boots (2007), passando per l’ironia paradossale di un preservativo gigante in pizzo (Handmade macramé condom, 2006), a esperienze più marcatamente e severamente concettuali, come questo Cemetery for one. “Mi chiedevo da tempo”, spiega Balint, “cosa sarebbe successo se avessi preso un elemento che per definizione ha un senso multiplo, plurale, per trasformarlo in un’entità al singolare. Una di quelle cose che esistono perché rappresentano la comunità, tipo le piazze, o i cimiteri, che sono per definizione luoghi creati per più d’una persona. E, parallelamente, riflettevo sulla precarietà delle cose in una linea temporale determinata; a entità come le farfalle effimere, che nascono alla mattina e muoiono alla sera. Così è nata l’idea di questo cimitero per una sola persona che vive più vite, ciascuna di un solo anno. Poi nasce di nuovo, e muore di nuovo.... Vivere un solo giorno come le farfalle, ma più volte consecutivamente. Giocare con il tempo; invece di avere un’unica vita di non so quanti anni, nascere sapendo che ciascun livello della vita si comprime in un solo anno. Una serie di avatar... Volevo questo lavoro come un monumento funebre, con delle fotografie stampate su tondi di ceramica, come nei monumenti funebri reali, con piccole targhe con la data di nascita e di morte. L’opera si riferisce a me. E’ quindi composta da 26 scatole vuote di legno (26 anni), alzate a 1.71 m da terra (la mia statura). Le scatole sono alte 25 cm (come la mia testa), lunghe 40 cm e larghe 15. Su un lato c'è una mia fotografia con gli occhi aperti e una piccola targa di metallo con la data di nascita, e sull'altro lato la stessa fotografia, ma con gli occhi chiusi, e la data del decesso. Cioè: 1 aprile 1982 – 31 marzo 1983 (esattamente un anno). Poi, sulla seguente scatola si continua con la successiva vita: con la data di nascita e la data di decesso dell’anno seguente...e così via fino al 2007, dove c'è solo la data di nascita ma su quella della morte non c'è ancora niente. Le scatole sono aperte su due lati, perché il visitatore guardando attraverso le scatole messe in linea possa guardare attraverso la vita della persona. Dall'inizio o dalla fine”.

 

CuratoreGloria Vallese