Russia
SASHA FROLOVA
Miraclescope è una scultura immaginifica che asseritamente definisce il miracolo e il suo grado di manifestazione. È un’elaborazione fantastica su come potrebbe configurarsi un dispositivo ottico per il rilevamento, la misurazione e la registrazione dei parametri di un miracolo. La sua forma somiglia alle distorsioni, alle riflessioni e alle rifrazioni ottiche. Gli elementi trasparenti simboleggiano obiettivi e oculari. Potrebbe considerarsi una via di mezzo tra il telescopio e il microscopio, ma il sistema di obiettivi non è collocato all’interno del dispositivo, bensì è il dispositivo stesso. La scultura costituisce una prosecuzione del tema della serie Psionics, ossia quello dei meccanismi fittizi che, per il loro funzionamento, utilizzano i superpoteri della coscienza e della psiche umana.
dichiarazione dell'artista
Dalla fantascienza a Jeff Koons passando per i gonfiabili in plastica e i manga. Questi gli spunti di Sasha Frolova artista russa nata come cosplayer in sfilate d’alta moda e nei rave post sovietici ora eroina futuribile e sexy finalista al Premio Arte Laguna.
[...] Determinante è per Frolova, a questo proposito, la scoperta delle possibilità tecniche ed espressive del latex, che diviene un elemento iconico e caratterizzante della sua produzione.
[...] Da un punto di vista concettuale il lavoro diventa evidentemente più complesso e rarefatto: abbandonata, o leggermente accantonata, la ricerca che privilegiava un’indagine estetica sul potere seduttivo dell’icona che strizzava un occhio alla cultura del neo pop giapponese, la Frolova si concentra - ripescando sotto questo aspetto le suggestioni del primo cyberpunk - sul valore e le possibilità di indagini artistiche offerte dall’approfondimento della psionic culture, un insieme di teorie che studia e ipotizza un’influenza sulla realtà attraverso l’utilizzo delle facoltà mentali.
In questo senso il centro della ricerca in ambito psionico per la Frolova è rappresentato dal potere dell’amore, inteso come forza propulsiva della realtà, come dimostrano opere quali Lyubolet/Lovecraft, una sorta di astronave guidata dall’intensità del rapporto dei due amanti.
testo a cura di Igor Zanti