Venezia - Punta della Dogana, si decide entro l'anno
Alle 15 di ieri, negli uffici dell'assessorato al Patrimonio, la commissione giudicatrice per il concorso di Punta della Dogana ha aperto le buste con le offerte dei due contendenti in gara: da un lato Palazzo Grassi di monsieur François Pinault, che corre da solo forte della sua collezione d'arte e del suo denaro, dall'altro la cordata che, sotto l'ombrello della Regione, vede alleata la Fondazione Guggenheim e la società promotrice di eventi culturali Munus del finanziare trentino Alberto Rigotti.
La commissione non si è data una scadenza per decidere quale dei due avversari sarà incaricato di creare alla Salute un Centro d'Arte contemporanea, e dopo la fase pubblica di ieri ha intenzione di lavorare nella più rigorosa riservatezza. Potrà volerci qualche settimana come anche qualche mese, dato che gli elementi che devono caratterizzare le offerte ai fini dell'attribuzione del punteggio attengono alla sfera della più grande discrezionalità, proprio perché fondata su valutazioni di tipo estetico e culturale. In ogni caso, entro l'anno la scelta verrà compiuta.
Tre, le voci che attribuiscono punteggio: la qualità della collezione d'arte che il proponente metterà a disposizione del Centro (fino a 50 punti), la statura internazionale dell'architetto al quale verrà affidato il progetto di restauro di Punta della Dogana, che il proponente dovrà garantire a sue spese (fino a 40 punti), il progetto complessivo, che deve vedere il Centro interagire con le grandi realtà culturali di Venezia (fino a 10 punti).
Migliore la collezione di Pinault o quella della Salomon Guggenheim? Più noto l'architetto giapponese Tadao Ando, proposto da Palazzo Grassi, o l'irachena Zaha Hadid, indicata dalla Guggenheim? Meglio il primo, capofila del minimalismo rispettoso delle preesistenze storiche, o la seconda, famosa per il coraggio con il quale cala in ogni contesto dei segni architettonici forti? E fin banale dire che la scelta non potrà che essere soggettiva, ma comunque sostenuta da forti argomentazioni, e per questo la giunta ha affiancato alla commissione giudicatrice un comitato tecnico - scientifico chiamato a valutare questi aspetti.
È presieduto da Achille Bonito Oliva, docente di Storia dell'Arte contemporanea alla Facoltà di Architettura dell'Università 'La Sapienza' di Roma, ed è composto da Giuseppina Dal Canton, professore associato alla cattedra di Storia dell'Arte contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia di Ca' Foscari, e da Carlo Magnani, preside della Facoltà di Architettura dello Iuav.
Ieri la commissione, presieduta da Luigi Bassetto, direttore Patrimonio del Comune, e composta da Bruno Fimmanò, direttore degli Affari Generali dell'Agenzia del Demanio, e da Manuel Cattani, dirigente della Direzione Progettazione e esecuzione lavori del Comune, ha aperto i plichi alla presenza del segretario, Enrico Muffato (funzionario della Direzione Patrimonio) e dei rappresentanti delle due cordate, limitandosi a verificare che la documentazione rispondesse alle richieste del bando. Da oggi comincerà la valutazione di merito.
In serata il presidente della giunta regionale, Giancarlo Galan, ha fatto pervenire in redazione la seguente dichiarazione, ripetuta per tre volte: «Ho molta fiducia nella correttezza della commissione giudicatrice del Comune di Venezia».